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La chiesa di Spirito Santo in Scilla

Rilevata e disegnata da Daniela Scarponi e da Roberto Ghelfi
Testo di Alessandro Giannini
Pacini Editore
Pisa, 1982

Tratto dall'introduzione di Alessandro Giannini:

"La chiesa di Spirito Santo in Scilla c'è ed è ancora bella; cioè fa piacere vederla ed anche bene al cuore, per quel piccolo orgoglio che proviene dall'essere tra i pochi che la conoscono. Però è in cattive condizioni: bisogna dire subito che non si pubblica questo volume per sollecitare un restauro, ma per perpetuare la memoria della sua bellezza a quelli che la vedranno dopo gli inevitabili restauri. I restauri sono, almeno oggi, sempre deturpanti poich� le nostre tecniche costruttive e decorative sono, per qualità, molto più rozze di quelle passate. Non abbiamo più tecniche simili, e non ne abbiamo pure di sostitutive: abbiamo semplicemente smesso di produrre quegli oggetti. E d'altra parte l'edificio, col tempo, si deteriora e non c'è da dar la colpa a nessuno: noi siamo meno inseriti, meno corporei e naturali, più astratti di quelli che ci hanno preceduto. Volutamente e programmaticamente ci stiamo staccando dal mondo: viviamo più nella sua immagine che nella sua concretezza. E noi abbiamo, sì, perso la qualità degli antichi magisteri, tuttavia ne serbiamo ancora l'immagine: la quale è una sorta di tipo mentale tale che basta una notazione sintetica per promuovere la resurrezione dell'antico magistero. In base a queste considerazioni � e per amore dell'architettura, che è la più grande delle tecniche ambientali � abbiamo rilevato e pubblichiamo l'edificio di Spirito Santo.
Siamo architetti tormentati dal distacco crescente dalla civiltà passata e dalla consapevolezza di non far niente per edificarne una futura. Perciò sogniamo certi impossibili esorcismi. Ma sono poi tanto impossibili? Il piano dell'immagine sul quale operiamo è quello della cultura di oggi. Ma se viene arricchita da un pensiero veramente esatto e completo, se non viene limitata dal nostro modo di agire gretto ed economistico, quella cultura è capace di riversarsi sulla realtà, di divenire di nuovo una tecnica che esprime tutto l'uomo nel suo rapporto col mondo fisico: la techn�, l'arte. L'esorcismo che è impossibile oggi può forse compiersi domani.
L'architettura è il rapporto più spontaneo e diretto dell'uomo con l'ambiente fisico, a tutte le scale: quella del territorio, quella della città, quella degli edifici, quella della stanza e del mobile. Si trova ancora (specie nelle Università) qualcuno che afferma il contrario perch� è immerso nelle brume residue della confusione: ma è una testimonianza reazionaria, mentre si fa sempre più evidente il valore salvifico dell'architettura. Chi è capace di ricomporre, mentalmente, il significato di una trabeazione con i valori strutturali della costruzione muraria, chi comprende il senso di una mostra o l'individualità ordinata di una colonna non solo salva se stesso (perch� migliora infinitamente il proprio spirito) ma comprende una verità profonda. La verità è al di sopra delle persone, è già quasi una �cosa� tangibile ed universale; essendo architettonica, è una universalità che interessa insieme l'uomo e le cose fisiche.
Ce n'è già abbastanza per dire che il mondo è salvo.
O, meglio, che il mondo si salva a forza di rilievi di Spirito Santo."



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